Giorgio
Esposito nasce a Bari nel 1952 da genitori italiani provenienti dalla Grecia a
causa del conflitto mondiale. La madre di origine fiorentina, il padre di
origine napoletana.
In casa e con
gli amici parla e pensa come un greco e ben presto sente nascere in sé il fuoco
sacro dell’arte.
Completati gli
studi all’Istituto d’Arte di Bari, si iscrive all’Accademia di Belle Arti e
contemporaneamente frequenta, per circa 15 anni, lo studio della pittrice
fiorentina Enedina Zambrini Pinti, ultima allieva allora vivente di Giovanni
Fattori.
Si instaura
così un rapporto quasi materno e Giorgio Esposito ha occasione di affinare la
tecnica pittorica e soprattutto di accostarsi all’arte con sentimento puro e
semplice e senza infingimenti. Sono anni determinanti per la sua formazione
specialmente interiore.
La sua maestra,
oramai centenaria, unisce ad una grazia tipicamente fiorentina, un carattere
schietto e modesto, coronato da un’umiltà fuori del comune. Restìa a mettersi
in mostra, fuggì i mercati dell’arte e condusse per moltissimi anni una scuola
di pittura dalla quale vennero fuori non pochi artisti pugliesi di quel
periodo, fra i quali: De Robertis, Vacca, D’Ingeo. Da ragazzina lavorò nello
studio del Fattori eseguendo numerosi ritratti di ufficiali nelle famose
battaglie del maestro.
Conobbe e
frequentò Amedeo Modigliani, Renato Fucini e tutti i Macchiaioli toscani di
quel periodo.
Nel 1970 fu invitata ad
esporre con Fattori e i Macchiaioli in una mostra tenutasi a Palazzo Pitti. Sue
opere si trovano nella galleria Mayer di Vienna. E’ da lei che Giorgio Esposito
apprende il sentimento dell’arte come qualcosa di nobile e puro che richiede
dedizione, sacrificio e tanto amore. In seguito in fatti si dedica ad una serie
di studi anatomici e geometrici e riesce, dopo vari anni, a decodificare un
libro sulla geometria dei corpi umani di A. Dürer che tutt’oggi è rimasto un
mistero anche per i più famosi studiosi e del quale usufruiscono i suoi alunni
del Liceo Artistico di Bari presso il quale insegna da diversi anni. Aderisce
anche alla “Nuova Maniera Italiana” partecipando a varie mostre.
Ha eseguito
numerosi ritratti, tra cui quello del Rettore dell’Università di Bari,
Ambruosi, e dell’Arcivescovo Mariano Magrassi.
un saluto con affetto e stima caro professore da Franco Ventura
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